Direttori Sportivi

  • Adriano Silvagni -1951

    Adriano Silvagni

    Adriano Silvagni è nato a Zola Predosa 1'11 ottobre 1951 e l'attività pedalatoria l'ha iniziata nel 1970 nella Calderara come dilettante Terza Serie.

    Nel '72 ha ottenuto il punteggio necessario per passare fra i dilettanti di Seconda prendendo cosi parte al Trofeo Avis e alla Milano-Bologna. Ha corso fino al termine di quella stagione. Era uno scalatore, un vero battagliero quando le corse si facevano dure, ma sul passo e nella velocità aveva dei limiti.

    Ha vinto una sola gara, ovviamente in salita. Inoltre ha ottenuto nei tre anni d'attività qualcosa come oltre una trentina di piazzamenti, una decina dei quali sul secondo gradino del podio. Nel '73 ha ottenuto la qualifica di direttore sportivo per le categorie esordienti e allievi svolgendo il compito nella Calderara, società che l'ha visto alla presidenza dal 1978 al 1987: l'ha sostituito Dimer Rinaldi, tutt'ora in carica. Nel '78 Silvagni è stato nominato responsabile del Centro Coni d'avviamento al ciclismo con sede a Calderara.

    Come accennato, ha smesso l'attività agonistica alla fine del 1972, ma la bici non l'ha messa a riposo, ci sale ancora correndo fra gli amatori nella Sport e Tempo Libero di Primo Franchini.

     
  • Da Tagliavini, in via San Felice, fra le tante stoffe si parlava di corridori

    Quello era un luogo d'appuntamento nelle mattinate dei giorni feriali per gli amanti del ciclismo bolognese.

    Il riferimento è al negozio denomi­nato Tagliavini e gestito da Angelo Bentivogli (morto il 17 marzo del 1997) che si trovava all'inizio di via San Felice, quasi accanto al Circolo Atc Giu­seppe Dozza. Angelo era il 'deus ex machina' della ciclistica Stracciari — Cebora (ex Culligan) e, come detto, il suo locale di stoffe e tendaggi era il punto di riferimento per molti personaggi innamorati del ciclismo per radunarsi e par­lare a ruota libera dello sport che prediligevano. Quel negozio non esiste più, al suo posto ce n'è uno di tutt'altro genere.

    Gli habitués mattinieri erano soprattutto Adolfo Pizzoli, presidente della Mauro Pizzoli; Giuliano Fanti, presidente della Stracciari; Paolo Benfenati, un appassionato che ogni do­menica era al seguito delle gare; Luciano Gabrielli, diesse della Calderara; il giornalista-pubblicista Giorgio Ventura (questi purtroppo sono tutti scom­parsi); Cesarino Carpanelli, ex corridore; Dante Guidi, diesse della Galliera, e anche chi scrive queste note.

    Il "pieno" c'era soprattutto nei mesi invernali, quando il ciclismo pe­dalato era in letargo e perciò teneva banco quello parlato. Si consideravano prevalentemente i probabili trasferimenti degli juniores e dei dilettanti da un club all'altro, pane fragrante per chi era alla ricerca di notizie di prima mano da trasmettere ai giornali, come per l'appunto allora era l'autore di questo libro, al quale — è superfluo dirlo — oggi quei personaggi mancano molto.

     

     

  • Dante Guidi, gran maestro dei tre "moschettieri" della Galliera

    Dante Guidi, nato a Galliera il 3 settembre 1950, non ha lasciato traccia da corridore ma da diesse ha fatto cose egregie, soprattutto nella Galliera, guidando alla vittoria dall'ammiraglia molti allievi, in prima fila Marco Bo­netti, Andrea Tedeschi e Alberto Rimondi, tre amiconi per la pelle che pro­prio per questo erano soprannominati "I tre moschettieri".

    Erano strettamente legati e fedeli al motto, "Tutti per uno, uno per tutti", preso a prestito dal famoso romanzo "I Tre Moschettieri" di Alessandro Dumas. Marco, Andrea e Alberto erano sempre insieme sul finire egli anni ot­tanta e talmente uniti in corsa, al punto che se uno andava in fuga gli altri due fungevano da stopper impedendo agli inseguitori di andare a ripren­derlo. Una tattica studiata a tavolino e che sovente si dimostrava vincente come testimoniano le trenta vittorie che il terzetto portò a casa complessi­vamente nel periodo 1987-1988.

  • Giovanni Rivalta, alias IL BARONE

    Lo chiamavano così per i modi gentili e compassati da vero gentlemen inglese.
    Giovanni Rivalta era un valente direttore sportivo, carriera che iniziò nel 1992 presso la ciclistica "I Fiori" di Faenza. Ha prestato la sua opera anche alla Stracciari-Cebora di Bologna dirigendo i dilet­tanti, con in prima fila i fratelli Gianfranco e Alessandro Contri, Filippo Meloni, Roberto Pelliconi e Adler Capelli. E' scomparso il 26 maggio del 2015 all'età di 69 anni.

     

  • Mario Marosi - 1937

    Mario MarosiNato a Castelguelfo il 19 gennaio 1937, Mario Marosi è stato un ottimo cicli­sta.
    Lo dimostrano le oltre cento vittorie che ha ottenuto su strada e le sessantacin­que in pista, fra le quali il campionato ita­liano allievi del 1955 e quello dell'inseguimento a squadre del 1963, anno in cui prese parte ai Giochi del Medi­terraneo di Napoli vincendo l'inseguimento a squadre assieme a Roncaglia, Testa e Valotto.
     
    Corse dal '53 al '68 militando nella Villafontanese, nella Serse Coppi, nella Gi­berti Borelli, nella Ghigi nella Vital Fusi­gnano, nella Padovani, nella Faema, nella Nicolò Biondo, nella Griss 2000 nella DK di Ozzano, nella Codifiume.
     
    Inoltre fu di­rettore sportivo alla Galliera Siapa.
    Indossò più volte anche la maglia azzurra.
     

     

     

     

  • Simone Frigato - 1988

    Simone Frigato

    Simone Frigato è nato a Ferrara il 3 aprile del 1988 ed ha iniziato a correre nella Galliera Magazzini Nico fra i giovanissimi mettendosi subito in luce.

    Passato fra gli esordienti è andato alla Sancarlese di San Carlo di Ferrara, mentre da allievo si è accasato alla Stella Alpina di Renazzo restandoci anche al passaggio fra gli juniores. Da dilettante ha indossato la maglia della Dalfiume. In tutto ha vinto oltre una cinquantina di corse, ottenendo anche due titoli italiani in pista: nel 2004 a Dalmine (inseguimento individuale) e nel 2006 a Bassano del Grappa (quartetto). Inoltre, sempre a Bassano, è giunto secondo nell'inseguimento individuale e terzo nel chilometro da fermo. Sempre nel 2006, ha ottenuto il sesto posto nel Mondiale di Gand (Belgio) nel quartetto, assieme a Davide Cimolai, Adriano Malori ed Elia Viviani, tutti passati al professionismo.

    Messa la bici in soffitta (si fa per dire, visto che ancora ci sale), Simone ha assunto l'incarico di direttore sportivo, prima in seno alla Stella Alpina (dal 2008 al 2012) e dopo nella Sancarlese dove si trova tutt'ora.