Alfredo Cattabriga

Bolognese, classe 1930, Al­fredo Cattabriga era un vincente. In­fatti portò a casa oltre una ventina di successi fra gli allievi e oltre una quarantina fra i dilettanti, quelli che una volta venivano chiamati "i puri".

Corse dal 1949 al 1954 indos­sando le maglie della Mauro Pizzoli, della Mengol i e della Nicolò Biondo di Carpi.
Fra i successi più significa­tivi figura il prestigioso Trofeo Mar­chetti di Brescia del '54. Fu anche campione regionale Uisp nel 1949 e riserva azzurra ai tempi dell'indi­menticato Gastone Nencini, vinci­tore del Giro d'Italia del 1957 e del Tour de France del 1960.

Negli anni settanta Cattabriga fu il direttore tec­nico della Siapa Galliera.

 


 

Aladino Amici

Padre di Adriano - noto organizzatore di varie corse professionistiche (Giro dell'Emilia, Trofeo Beghelli, Settimana Coppi e Bartali e così via) - Ala­dino Amici (detto "il Moro) era nato a Zola Predosa l'8 settembre 1922 ed è deceduto l'11 aprile del 2000.

E' stato un ottimo corridore fin dalla cate­goria allievi, quando vestiva la maglia dell'Olindo Raggi.

Dopo la guerra si è accasato alla Calcara vincendo a ripetizione, tanto che gli avversari solevano dire: "C'è il Moro, oggi corriamo per il secondo posto". Aladino era fortissimo soprattutto nelle gare dure e lunghe che sovente si aggiudicava per distacco.

Faceva il salumiere a Porta Sant'Isaia, ma poi imparò il mestiere di gom­mista - vulcanizzatore e apri un negozio di bici. In corsa era solito mangiare panini. Si racconta che una volta, nella Bo­logna - Porretta - Bologna, lungo la discesa di Mongardino la fame lo prese di brutto e non avendo in saccoccia niente da mettere sotto i denti, si mise a gridare: "Ai'ho fàm, dém dal pàn!". E un certo Turrini che seguiva la gara con la sua Gilera otto bulloni, si portò avanti, andò alla trattoria della Pace del Pilastrino e gli allungò un panino con la mortadella che lui fece sparire in un boccone. Quella gara poi la vinse alla grande.
E' stato lo stesso Aladino a raccontare questa vicenda che è riportata nel libro della Calcara intitolato: "Cinquant'anni di vita in cento pagine".

 
Athos GuizzardiAthos Guizzardi - nato a Bologna, in località Dozza, il 21 aprile 1921 - vinse complessivamente una cinquantina di gare sommando quelle otte­nute nelle categorie giovanili e fra i dilettanti.

Iniziò l'attività agonistica a quindici anni ottenendo subito un ottimo secondo posto all'ippodromo di Bologna alle spalle di Renato Zani. Nel 1946 vinse un triangolare in pista a Parigi (per essere com­petitivo in questa specialità si allenava assiduamente al ve­lodromo di via Piave, sorto negli anni venti e smantellato nel 1996) e l'anno dopo trionfò a Seregno.

Quanto ai piazzamenti di rilievo, vanno citati il quarto posto nell'ottava tappa del Giro d'Italia del 1947 (Pe­rugia - Roma) e il nono nel Giro di Toscana dello stesso anno. Due anni prima si era classificato al quarto posto nella Tre Valli Varesine.

Una curiosità: nel 1938 (cioè all'età di diciassette anni) vinse la Coppa Trombetti in sella ad una bici rudimentale costruita da un cugino in un garage. Corse nell'Olindo Raggi, nella Corridoni e nella Wally e fu professionista dal'46 al '48.

Fra i dilettanti i risultati migliori li ottenne nel 1944, imponendosi al­l'attenzione generale con una serie di piazzamenti importanti: secondo nella Coppa Bernocchi; terzo nel Trofeo Pontecchi di Firenze, nella Coppa Pierino Natali di Salvatore Olona, nella Medaglia d'Oro Città di Monza e nella terza tappa del Giro, Milano -Varese - Campo dei Fiori. Da allievo nel 1939 trionfò nel G.P. Tricolore di Bologna.

 
Gildo Monari

Gildo Monari era nato il 13 dicembre del 1918 a Finale Emilia ed è morto il 19 giugno del 1994 a Cento.

Ha indossato le maglie della Centese, della bolognese Cimatti, della Negrini, della Wilier Tristina, della Goria, della Malagutti, dell'U.C. Modenese, della Lygie, dell'Olympia, della Firelli e dell'Arbos.

E' stato professionista dal '39 al '52. Ha vinto oltre una decina di gare, fra le quali la Coppa Barbieri del 1946 e il Trofeo Minardi dell'anno successivo. Inoltre ha ottenuto molti piazzamenti di valore, con in prima fila il secondo posto nella prima tappa del Giro d'Italia del '48 e il terzo nella Coppa Bottecchia dell'anno dopo. Significativi anche i sesti posti conquistati nella Coppa Bernocchi del '47 e nella Parigi-Roubaix del '48, due gare di grandissimo spessore.

 

Corrado Ardizzoni

Corrado Ardizzoni era nato il 23 febbraio 1916 a Renazzo ed è morto il 14 marzo del 1980 a Cento.

Ha avuto una brillante carriera che l'ha portato a vincere oltre una cinquantina di corse (diverse nel Bolognese), parecchie delle quali in pista. Fra i successi più prestigiosi, la Targa d'Oro Città di Legnano del 1936; la Coppa Ministero della Guerra del '37; il Giro dell'Emilia e la Coppa Collecchio del '38; il Trofeo Minardi del '46 e il Giro nel Medio Polesine del '47.

Nel 1935 giunse secondo nel campionato italiano. Fu professionista nel '38 e nel '39. Nel 1936 prese parte alle Olimpiadi di Berlino classificandosi al quarto posto nella gara a squadre.

Gli è stato intitolato il velodromo di Cento. Ha corso per la Centese e per l'Unione Ciclistica Modenese, dove aveva come compagno di maglia il bolognese Marco Cimatti.

 

Irnerio e Idro Cervellati

Irnerio e Idro Cervellati erano due fratelli emergenti del ciclismo calcarese, ma le atrocità dei nazisti tarparono loro le ali brutalmente.

Infatti nel 1943 vennero prelevati da casa e deportati in Austria, nel lager di Mauthau­sen, dove furono barbaramente uccisi nelle camere a gas e poi scaraventati nei forni crematori.

Irnerio aveva 28 anni e morì il 2 aprile del 1945 e Idro, che di anni anni ne aveva 23, seguì la stessa sorte venti giorni dopo.

La Ciclistica Calcara, a par­tire dal 1° Maggio 1946, ha loro dedicato un Gran Premio Caduti per la Liberazione riservato alle categorie esordienti ed allievi al quale il Presidente della Repub­blica Giorgio Napolitano nel 2012 ha conferito una medaglia di rappresentanza.

 

Marco Cimatti

Marco Cimatti era fortissimo in pista ed in volata e queste due doti gli valsero molte vit­torie allo sprint, sia da dilettante che da profes­sionista.

Fra i "puri" si laureò anche campione olimpico ai giochi di Los Angeles del 1932 vin­cendo la gara dell'inseguimento a squadre in compagnia di Paolo Pedretti, Nino Borsari e Al­berto Ghilardi.

Fra i professionisti si aggiudicò tre tappe nel Giro d'Italia del '37 (Rieti, Pescara e Como) e una in quello dell'anno dopo, a Torino. Quel successo gli consentì di vestire anche la maglia rosa, sia pure per un solo giorno.

Vinse anche il Giro dell'Emilia del '34, una tappa della Parigi-Nizza del '37 e la Mi­lano-Modena del 1939. Arrivò al professionismo nel 1934 e vi ri­mase fino al 1940 correndo per la Mercier Hut­chinson, la Lygie e per l'U.S. Modenese. Cimatti nacque a Bologna il 13 febbraio del 1913 e morì il 21 maggio del 1982. Ritiratosi dalle corse, si dedicò insieme alla moglie alla costruzione di biciclette, le Ci-matti appunto, che tanto successo riscossero. E poi anche delle moto.

 

Glauco Servadei

Glauco Servadei era nato a Forlì il 27 luglio 1913 ed è deceduto nella stessa città il 26 dicembre del 1968.

E' stato un big del ciclismo e per ricordarlo degnamente gli è stato intitolato il velodromo forlivese. In carriera ha vinto più di una cinquantina di gare, fra le quali il Giro dell'Emilia del 1931; due tappe del Giro d'Ungheria del '33; la Coppa Italia del '35; sei tappe del Giro d'Italia fra il 1937 e il 1939 e due frazioni del Tour de France del '38: a Bayonne e Laon.

Nel 1942 vinse la Coppa Bernocchi e l'anno successivo si aggiudicò il Giro della Provincia di Milano a cronometro in coppia con Fio­renzo Magni. Nell'Olimpiade di Berlino del 1936 giunse quarto nella gara a squadre.

Ha militato nella Canna, nella Gloria, nella Bianchi (era con Fausto Coppi), nella Viscontea nell'A.S. Roma e nel Velo Sport Reno di Bologna.

 

 

AdrianoVignoliAdriano Vignoli, di professione muratore, ha iniziato a correre tardi e quasi per caso.

Adriano Vignoli era nato l'11 dicembre del 1907 a Sasso Marconi ed è morto il 16 giugno del 1996 a Casalecchio di Reno. E' stato profes­sionista dal 1934 al 1947 ottenendo risultati ap­prezzabili.

Nel 1934 vinse la settima tappa del Giro d'Italia, la Napoli-Bari (ottavo nella classifica fi­nale) e la sedicesima del Tour de France, la Ax LesThermes - Luchon, mentre due anni dopo si classificò al quinto posto nella Milano-Sanremo.

Facendo un passo indietro, va detto che nel 1931, quand'era dilettante, vinse il Giro del Piave da dominatore.

Corse come individuale nel '34, indossando successivamente le maglie della Maino, della Legnano, della Litorale, della Bianchi, della Lygie, della Viscontea e del Velo Club Modenese (dal 1940 al 1947). La carriera la con­cluse in seno al Velo Sport Reno di Bologna.

 

Allegro Grandi Bolognese di San Pietro In Casale (vi nacque il 17 gennaio del 1907 e morì a Caracas il 23 aprile 1973 nel suo ne­gozio di biciclette), Allegro Grandi è stato un grande del ciclismo in Italia e all'estero. Più di una trentina i suoi successi con in primo piano la maglia iridata nella corsa in linea conquista­ta a Budapest (Ungheria) nel 1928 e quella tricolore due anni prima, inse­gna che tornò ad indossare nel 1929.

Quanto agli altri successi rilevan­ti, troviamo il Giro di Romagna e la Coppa Cavacciocchi nel '27; il Giro dell'Emilia e la Coppa Bernocchi nel '29; la Torino-Bruxelles nel '30 e la Predappio-Roma nel '33. Corse per la Centese, la Nicolò Biondo di Car­pi, la Dei, la Bianchi e l'Ives Pirelli.

Nel 1934 emigrò in Venezuela dove vi mori, ma solo dopo aver vinto tre campionati nazionali.

 

 

Viero Zarri

Viero Zarri era nato l'11 novembre del 1903 a Zola Predosa ed è dece­duto il 6 gennaio del 1976 colpito da infarto mentre pedalava per ritornare a casa dopo un escursione sulle strade delle colline bolognesi.

Aveva iniziato l'attività da molto giovane indossando la maglia del Pe­dale Bolognese, vincendo in totale oltre un centinaio di gare e portandosi a casa altrettanti trofei.

Ci sono due aneddoti molto curiosi su questo ciclista che vale la pena di raccontare. Il primo: un giorno la moglie gli disse di andare a comprare del sale e lui inforcò la bici dirigendosi verso Ravenna perché riteneva che da quelle parti il sale fosse più pregiato. Partì all'alba e tornò a casa all'ora di pranzo con un sacchetto del pregiato cloruro di sodio. Il secondo: anni dopo gli venne in mente di andare a forza di pedalate fino a Nizza in soli­tudine. Non aveva importanza quanto tempo ci avrebbe impiegato; impor­tante, invece, era che di notte potesse portare in camera la propria bicicletta per il timore di non ritrovarla al risveglio. Il problema si risolse sempre, ma non senza difficoltà. Infatti una volta l'albergatore non gli concesse questo permesso e lui tirò avanti finché non trovò il posto giusto per poter dormire accanto...alla sua preziosa compagna di viaggio. Davvero cose d'altri tempi.

 

Cesare ZiniGrande amico e compagno di scuderia alla Stuc­chi di Alfonso Calzolari, vincitore del Giro d'Ita­lia del 1914, Cesare Zini, nato ad Anzola nel 1887 (morì nel corso della guerra 1915-1918), di gare ne ha vinte più di una quindicina (a quei tempi non si correva con la frequenza di oggigiorno), fra le quali il campionato Forti Pedale di Bolo­gna, gara di velocità sui 100 metri e di resistenza sui 60.
 
Per Calzolari, Zini era una valida spalla, un aiuto importante in tante competizioni da lui vinte.

 
 
 
 
 
 
Alfonso Calzolari

Nacque a Vergato il 30 aprile del 1887 e morì il 4 febbraio del 1983. Correva per la Stucchi e arrivò al professionismo nel 1909 re­standoci fino al 1926.

Il suo successo piu im­portante l'ottenne nel Giro d'Italia del 1914. Fu un giro rocambolesco, con bufere di neve e varie tempeste. Alfonso Calzolari lo vinse dando 1 ora, 55 minuti e 26 secondi di di­stacco al secondo classificato, Pierino Albini: un vero abisso che mai più si è verificato. Quel Giro ebbe anche la tappa più lunga della sua storia, la Lucca-Roma di ben 430 chilometri che fu vinta dal grande Costante Girardengo. Calzolari si aggiudicò anche il Giro dell'Emilia del 1913. Il 18 maggio del 2014 alla biblioteca di Vergato, in occasione del centenario della sua maglia rosa, Calzolari è stato ricordato al cospetto di molte personalità del ciclismo.

Nella foto dopo la vittoria del Giro del 1914.

 
 
 
Zorzi b

Luigi Belletti, un personaggio nato sul finire dell'800, quindi un corridore del ci­clismo 'eroico'.

Il suo nome è Luigi Belletti e la sua avventura pedalato-ria iniziò nella prima decade del 1900. Il primo successo lo colse nel 1910 a Sant'Agata Bolognese, dove si aggiudicò anche nove traguardi volanti. In quell'annata ottenne altre quattro vittorie e sei l'anno dopo. Anche nel 1912 i suoi successi fu­rono sei e per pura sfortuna non gli riuscì di conquistare il titolo italiano della velocità dilettanti. Infatti una caduta lo tolse dalla finale dopo che ebbe superato alla grande i quarti e le semifinali.

Poi dovette vestire la divisa mi­litare e partire per la grande guerra. Riprese la bicicletta nel 1919 tor­nando alla vittoria fin dalle prime gare. In tutto Belletti vinse una ventina volte su strada e altrettante in pista.

Nonostante le ripetute ricerche, altri dati su questo valido ciclista d'altri tempi non siamo riusciti a trovarli e ce ne dispiace.