Renzo Natalini

Renzo Natalini, bolognese della classe 1944, ha iniziato l'attività nella Po­lisportiva Samoggia dimostrando subito di avere polpacci adatti su ogni tipo di per­corso.

In carriera di gare ne ha vinte pa­recchie, oltre una trentina, fra le quali il Gran Premio Corsini di Spilamberto, il Gardenghi di Casalecchio di Reno, il Giro della Provincia di Parma e il campionato italiano a squadre allievi, insieme al cu­gino Dino Natalini, Guido Luccarini e Giorgio Cocchi.

 

 

 

 

Dino Natalini

Dino Natalini e nato il 1 marzo del 1943 ed è stato uno dei "fari" della Polisportiva Samoggia.

Nel 1961 ha vinto due titoli italiani Uisp per allievi: uno individuale, a Ghezzano di Pisa (in volata) e l'altro a squa­dre, a Parma, insieme a Giorgio Cocchi, Guido Luccarini e al cugino Renzo Natalini.

Corridore molto veloce ed eccellente su ogni tipo di percorso, nel palmarès della sua carriera figurano una trentina di vittorie.

Il 1961 per Dino fu un anno davvero eccezio­nale poiché, oltre alle due maglie tricolori, ne conquistò altrettante a carattere regionale. Vinse una decina di altre gare e ottenne innu­merevoli piazzamenti d'onore.

 

 

Giorgio Cocchi

Giorgio Cocchi, classe 1943, ha fatto stare in ansia per una notte intera la società per la quale correva da allievo, la Polisportiva Samoggia.

Infatti il 2 giugno del 1961 cadde a San Possidonio di Modena nel corso della terza prova del Trofeo Emilia e venne trasportato d'urgenza nel vicino ospedale di Mirandola i cui medici decisero di farlo ricoverare al Rizzoli di Bologna per sospetta frattura della colonna vertebrale.
Fu costretto a restare ingessato per molto tempo, ma l'anno successivo salì di nuovo in sella. Però, quanta paura! Giorgio Cocchi, atleta più volte vincente (almeno una quindicina i suoi primi posti), in corsa era un uragano, cercava sempre la fuga solitaria che talvolta gli riusciva. Un vero combattente.

 

Giordano Turrini

Giordano Turrini, nato ad Anzola dell'Emilia il 28 marzo 1942, è un ex pista e ciclista su strada.

Professionista dal 1969 al 1981, specialista della velocità, nel 1968 fu medaglia d'argento olimpica ai Giochi della XIX Olimpiade di Città del Messico e campione del mondo nel tandem.

Velocista intelligente anche se non eccezionalmente dotato dal punto di vista fisico è riuscito a restare a lungo tra le vedette dello sprint in virtù della serietà professionale che gli ha consentito di farsi apprezzare e di gustare qualche soddisfazione.
Di lui si può ben dire che non è stato un prediletto dalla sorte e che è riuscito ad assicurarsi buoni risultati per il suo impegno.

Fra i dilettanti è arrivato alla maglia iridata nella prova tandem con Gorini nel '68 dopo essere stato tricolore, con lo stesso Gorini, nel '66 e '68, nel '64 con Pettenella; nella velocità pura si è imposto nel '65 e '67.

Da professionista è stato otto volte campione italiano '70, '71, '72, '74, '75, '78, '79, '80 (2° nel '73, '76, '77) tre volte nell'indoor; sei volte campione d'Europa '73, '74, '77, '78, '79, '80.
Protagonista di tredici campionati del mondo è stato 3° nel '71 e nel '72, 2° nel '73 dopo Van Lancker e nel '76 dopo Nicholson.
S'è aggiudicato la Challenge del Keirin nel '79 ad Amsterdam in quella che fu la prova generale prima dell'ammissione ufficiale della specialità giapponese nel novero delle prove iridate. La sua storia

 

Germano PAsserini

Germano Passerini, nato a Ferrara il 26 aprile 1942, è giunto a Bologna da ragazzo e ora abita a Calcara.

Esor­diente, allievo e dilettante di primo piano, in campo federale ha vinto una trentina di corse, ma il meglio di sé l'ha mostrato fra i cicloamatori, visto che si è aggiudicato oltre cinquecento gare mettendo in bacheca una maglia europea, una tricolore e una serie in­finita di quelle regionali.

Velocista straordinario, ha indossato varie volte la maglia azzurra. Ha corso nella Baracca Lugo, nella Fusignanese e nella Mirandolese ed è stato a un passo ad entrare nel professionismo in seno alla Gazzola (aveva già il contratto in tasca), ma problemi fisici non gliel'hanno consentito.

 

 

 

Vittorio Risi

Il cicloamatore Vittorio Risi è nato il 26 marzo 1941 a Granarolo, ha corso nel Top Racing di Castenaso del presidente Luigi Lodi e con quella maglia sulle spalle ha fatto cose egre­gie.

Un vero stakanovista del pedale, dato che ancor oggi si 'sciroppa' chilo­metri su chilometri girando gran parte dell'Europa.

Circa un centinaio le sue vittorie fra Granfondo e Mediofondo, con in prima fila la Coppa del Mondo del 2010, dove ha primeggiato nelle prove che si sono svolte in Germania, in Francia e anche in Italia.

Di rilievo il piazzamento d'onore ottenuto nella Milano-San Remo (ovviamente per amatori) dello stesso anno lunga ben 314 chilometri. La stessa gara l'aveva vinta nel 2006.

 

Giordano Naldi

Beh, quando un ciclista supera abbondantemente le mille vittorie, al suo cospetto è d'uopo togliersi il cappello.

Il riferimento è a Giordano Naldi, nato a Bologna il 13 marzo 1940. Ha iniziato a correre nella Ravonese da esordiente e vi è restato anche da allievo vincendo una ventina di gare. Da dilettante vestì la maglia dello sto­rico Felsineo ottenendo soltanto un secondo posto poiché a San Baronto, in Toscana, fu vittima di una brutta caduta che gli causò un lungo periodo di inattività. Negli anni ottanta passò fra i cicloamatori ed è stato proprio in questo settore che ha vinto a ripetizione, conquistando due volte il 'Mon­dialito' che si svolgeva a Pergine, in Valsugana, l'Europeo a Bassano del Grappa e ben cinque titoli italiani, quattro individuali e uno a squadre.

Fra gli altri innumerevoli suc­cessi figurano anche un Giro della Liguria (fece il vuoto in salita nell'ul­tima tappa balzando in testa alla classifica), un Giro delle Valli Berga­masche, due Giri della Toscana e ben tre Giri di Ascoli Piceno.

In definitiva, un bell'atleta. Una decina d'anni fa si è ritirato dalle corse ma non ha messo affatto la bici in soffitta poiché, come ben si sa, la passione non muore mai.

 

Roberto Ghedini

Roberto Ghedini è nato il 9 settembre 1940 a Bologna e ha iniziato a correre nel 1958 nella Polisportiva Samoggia fra gli allievi.

Scalatore pos­sente e di fondo, ha vinto più di trenta gare piazzandosi al secondo posto almeno altrettante volte. Nella stagione 1961 e in quella 1962 è stato nella rosa dei probabili azzurri. Ha militato in diverse società.

Dopo aver lascato la Samoggia è andato nel Cral Zamboni di Bologna, nella Stefani, nella Me­dellin di Modena e nella Germanvox Vega di Imola.

 

Zorzi bGiuseppe Zorzi, detto Beppe, ciclista bolognese che corse tre stagioni da professionista tra la fine del 1960 e il 1963, prima di chiudere la carriera come crossista.
 
Passista scalatore, dopo un’ottima attività fra i dilettanti che gli valse l’azzurro ai mondiali del ’59, dove fu sesto e migliore dei nostri, nonché l’inserimento fra i Probabili Olimpici per i Giochi di Roma, passò nell’elite, dove raccolse un solo successo, la prima tappa del  Giro del Delfinato del 1962, vestendo per un giorno la maglia gialla di leader.

Fu l’anno in cui fu inserito nei ranghi dell’Ignis Moschettieri, così chiamata perché patron Borghi riunì tre formazioni (Fides e Bianchi le altre) attorno a tre capitani come Ercole Baldini, Gastone Nencini e Arnaldo Pambianco, oltre a nomi importanti come il pistard Maspes, Assirelli e De Lillo. Dopo una stagione ricca di malanni e poche soddisfazioni, Zorzi tornò al primo amore, il ciclocross, che gli aveva regalato un terzo e un quarto posto ai campionati nazionali e due presenze ai Mondiali, prima di smettere di correre alla fine del 1965.

 

 

Mario MarosiNato a Castelguelfo il 19 gennaio 1937, Mario Marosi è stato un ottimo cicli­sta.
Lo dimostrano le oltre cento vittorie che ha ottenuto su strada e le sessantacin­que in pista, fra le quali il campionato ita­liano allievi del 1955 e quello dell'inseguimento a squadre del 1963, anno in cui prese parte ai Giochi del Medi­terraneo di Napoli vincendo l'inseguimento a squadre assieme a Roncaglia, Testa e Valotto.
 
Corse dal '53 al '68 militando nella Villafontanese, nella Serse Coppi, nella Gi­berti Borelli, nella Ghigi nella Vital Fusi­gnano, nella Padovani, nella Faema, nella Nicolò Biondo, nella Griss 2000 nella DK di Ozzano, nella Codifiume.
 
Inoltre fu di­rettore sportivo alla Galliera Siapa.
Indossò più volte anche la maglia azzurra.
 

 

 

 

Romano Venturini

Romano Venturini non era un campione ma soltanto un appassio­nato e volonteroso pedalatore che non aveva certo timore di cimentarsi sulle grandi salite assieme agli amici della ciclistica 'Stelvio Over 70'.

Di scalate ne ha fatte davvero tante, so­prattutto sulle impegnative rampe delle Dolomiti e dello Stelvio, ma anche vicino a casa: a San Luca, Boccadirio, San Patrignano e così via. Lo definivano il ciclista del sole, poiché quando saliva in bici il maltempo, che fino a quel momento imperversava sui percorsi scelti, in virtù della recita di tre 'Ave Maria' al suo passaggio di colpo si placava, con grande gioia dei compagni d'avventura. Era nato il 3 aprile 1935 ed è deceduto il 12 maggio del 2009.

 

 
Dante Orlandi

Udite udite! Questo signore, nato a Bologna il 23 aprile 1934, specialista nelle gare contro il tempo, da dilettante si è permesso il lusso di battere in questa specialità il "Treno di Forlì, al secolo Ercole Baldini, crono-man di prima grandezza.

Una vera furia a tic tac, Dande Orlandi, dato che di corse di questo tipo ne ha vinte undici. Venne battuto una sola volta in carriera e precisamente dal pavullese Romeo Venturelli. Ma Orlandi non vinceva solo le crono, tagliava spesso il traguardo davanti a tutti anche nelle corse in linea visto che ne ha portate a casa una quarantina, fra le quali la Vignola-Guiglia per tre volte di seguito; la Coppa del Tessile di Busto Arsizio; il G.P. Cooperazione di Cattolica e il G.P. Camaiore, gara firmata da grandissimi campioni, fra i quali Eddy Merck nel '71, Roger De Vlaeminck nel '72, Francesco Moser nel '75, Giuseppe Saronni nel '79, Moreno Argentin nel 1983, Paolo Bettini nel 2013 e Peter Sagan sempre nel 2013.

Donati ha corso nel Felsineo, nella Casaralta, nell'Olmese, nella Serse Coppi e nella Tre Ponti di Busto Arsizio. Ha cessato l'attività nel 1960 dopo aver militato fra i professionisti due stagioni come indipendente.

Dante ha un solo cruccio: aver perso il Tricolore di Cosenza dopo essere stato in fuga da solo per 160 chilometri e ripreso in prossimità del traguardo.
"Mi sta ancora nel gozzo quella sconfitta"- ha detto con rammarico.

 

Vittorio Poletti

Vittorio Poletti è nato a Poggio Renatico (Ferrara) il 10 luglio del 1936 lo si può mettere benissimo nel novero dei ciclisti bo­lognesi.

Dopo aver iniziato da esordiente nella Sancarlese di San Carlo di Ferrara, per continuare l'attività proficua­mente s'è trasferito sotto le Due Torri.

Da al­lievo ha corso con la maglia della Fausto Coppi e da dilettante con quella della Men­goli.

E' poi stato professionista (dal 1960 e al 1962) nelle file dell'Ignis ed ha avuto come compagni di squadra Ercole Baldini, Gastone Nencini, Miguel Poblet, Arnaldo Pambiaco, Diego Ronchini e altri campioni.

In tutto ha vinto oltre una trentina di gare. Ha cessato l'attività alla fine del '62 de­dicandosi alla ristorazione (attualmente ge­stisce la trattoria della Futa).

 

 

Luciano Vegetti

Luciano Vegetti, a destra nella foto, era nato a Marzabotto il 3 giugno del 1932.

Ha iniziato a correre nel 1951 fra i dilettanti vin­cendo in tutto una trentina di corse e piazzandosi una cin­quantina di volte al secondo posto. Era uno scalatore po­tente, ma in volata era tutt'al­tro che un fulmine, pertanto molte gare le perse sul filo di lana.

"Purtroppo è così — conferma l'interessato —, altrimenti di corse ne avrei vinte almeno il doppio. Soltanto due volte mi riuscì di prevalere nello sprint, a Prato e a Barga di Lucca. Aggiungo che sono stato battuto molte volte in volata da atleti che hanno fatto una carriera brillante nel professionismo e mi riferisco soprattutto a Ercole Baldini, Arnaldo Pambianco e Guido Car­lesi.
Nel 1952 — continua Vegetti — vinsi il titolo provinciale e nel '55 giunsi secondo alle spalle di Guido Boni nel campionato italiano che si svolse a La Spezia"
E' arrivato al professionismo? "No, ho sempre corso fra i dilettanti".

Vegetti ha indossato le maglie dell'Enal di Sasso Marconi (Uisp), della storica Mengoli, della Pratese, della Lansetina e della Pavullese, dove corse insieme a Romeo Venturelli.

 
Armando Conti

Armando Contri, a destra nella foto, era nato a Bolo­gna il 2 febbraio 1932 ed è deceduto il 23 dicembre del 2010.

Ottimo atleta, ha vinto una quarantina di gare conquistando anche tre titoli italiani, due nell'inseguimento a squadre e uno nell'individuale.

Ha iniziato l'at­tività a 17 anni e ha indossato le ma­glie dell'Olmese e dell'Ozzanese.

Padre di Gianfranco e Alessan­dro, ha sempre seguito da vicino i due figli nelle loro imprese.