Società ciclistiche bolognesi

  • ITALIA NUOVA di Borgo Panigale - 1956

    Era il gennaio del 1956 quando cinque persone innamorate dello sport del pedale, (Loris Casanova, Riccardo Accorsi, Orlando Grazia, Ezio Dal­l'Olio e Alfonso Bettini), si riunirono per dare vita ad una nuova società sulle ceneri della Piero Mengoli che aveva chiuso i battenti.

    E così nacque l'Italia Nuova di Borgo Panigale con sede in via Ercole Nani.
    La nuova nata prese subito a far parlare di sé, poiché immediatamente iniziò a vincere (a tutt'oggi i successi sono vicini a quota mille), soprattutto con Walter Busi, Rino Montanari, Corrado Galletti, Fabio Busi (campione italiano in pista nell'individuale a punti nel 1980), Stefano Donati, Gaetano Lazzari, Marco Vignudelli, Liliano Bruni, Alessandro Galiuzzo, Roger Piana, Fabio Lenzi, Claudio Marchesini, Rafael Visinelli, Giacomo Violante e Mirco Gamberini: questi quattordici hanno vinto complessivamente 270 gare.

  • IUS BOLOGNA CICLISMO - 1995

    Questo gruppo è nato nel 1995 ed è composto esclusivamente da avvocati, notai e magistrati innamorati dello sport delle due ruote a pedale e conta una quaranti­na d'iscritti fra i quali diverse rappresentanti del gentil sesso con in testa Miriam Zanoli, quattro volte Tricolore forense dell'Aimanc, società formata appunto da avvocati, magistrati e notai.

    Il presidente è l'avvocato Manlio D'Amico che si divide così fra il Pedale Piasci­stico e lo Ius è campione italiano forense a squadre.
    L'ultra settantenne avvocato Ulisse Melega è il presidente onorario, sempre pronto a scattare in testa a tutti, soprat­tutto nelle "spianurate" di oltre cento chilometri.
    Si tratta di un gruppo molto affiatato che pedala per il gusto di farlo nel se­gno della più profonda amicizia. L'o­biettivo che i suoi iscritti si propongono è: faticare faticare faticare, ma sempre col sorriso sulle labbra.

     

  • LE TRE SOCIETA' AFFILIATE ALLA DACE

    Nell'elenco delle società ciclistiche che non esistono più ricordiamo le tre società affiliate alla Dace (poi divenuta Udace).

    Il riferimento è alla Sasib; nata nel 1971 e presieduta da Pietro Arbiz­zani, al Cral Tranvieri con presidente Dino Danielli (nacque nel '45) e al G. S. Ferrovieri, nato nel 1956 e che ebbe in organico nientemeno che Italo Mazzacurati, passato professionista nel '58 con la Ghigi.

     

  • MAC TEAM di Molinella - 1986

    Anno di nascita il 1986, ma soltanto per l'attività amatoriale.

    Infatti que­sta società soltanto otto anni dopo ha iniziato a far gareggiare una squadra di ragazzi sotto l'egida federale per merito di alcuni dirigenti che si stacca­rono dalla Polisportiva Molinella per unirsi al gruppo fondato dall'indimen­ticato Carlo Maccagnani. Tre anni dopo il nome venne cambiato in Tonino Lamborghini e Marco Mazzoni sostituì alla presidenza Maria Cristina Mon­tanari.
    In un ventennio di attività molti sono stati i corridori vincenti in questo team e in prima fila troviamo Natasha Grillo, Marco Petitto, Nicolò Gozzi, Hamza Dall'Agi e Claudio Keci, tanto per citarne alcuni.

     

  • PEDALE BOLOGNESE - anni 20

    Il Pedale Bolognese è in assoluto il sodalizio più vecchio del ciclismo di casa nostra, dato che è nato il 15 aprile del 1922.

    I fondatori furono Giulio Gotti, Amilcare Bonazzi, Rolando Buzzoni, Ugo Comelli, Nello De France­schi, Carlo Manaresi, Enrico Massarenti, Angelo e Amleto Paletti, Pompeo Rabbi, Athos Rivalta, Dubleto Rivalta e Fernando Sacchetti. Alla presidenza andò Giulio Gotti avvicendato nel tempo e nell'ordine da Tebaldo Bassi, Carlo Grandi, Guido Gualandi, Dino Donati, di nuovo Gulio Gotti, Mario Banzi, Ettore Mazzoli, Tiziano Baietti, Giorgio Reggiani e Paolino Cocchi, quest'ultimo in carica dal 1972.
    Un Pedale che quando nacque aveva una squadra di dilettanti di pri­m'ordine (in particolare si ricordano Francia, Ferioli, Fiorini e Bernardi) ma col passare del tempo decise di lasciare l'agonismo inventandosi addirittura il cicloturismo.
    Pare che l'attività cicloturistica in Italia sia stata 'inventata' proprio dal Pedale Bolognese nel primo dopo guerra. Un Pedale che in questo campo vanta ben otto titoli italiani Dace otte­nuti dal 1957 al 1965.

     

  • PEDALE OZZANESE ETERNEDILE - anni 60

    Pedale Ozzanese Eternedile

    La sua comparsa avvenne negli anni sessanta quando si chiamava Ci­clistica Ozzanese.

    La nuova società si mostrò subito vincente, soprattutto con Armando Contri (padre di Gianfranco) che si laureò campione italiano nell'inseguimento a squadre in pista.

    Nel 1983 divenne Pedale Ozzanese e corse con gli allievi e gli juniores. Poi, facendo il balzo impegnativo nella categoria dilettanti, cambiò di nuovo denominazione e si ripresentò come Eternedile Ozzanese. Alla presidenza è sempre stato Mauro Paolini, con Emilio Luppi suo vice.

    Sono stati molti gli atleti di spessore che hanno indossato i colori bian­corossi, in prima fila Matteo Fiori e Alberto Sintoni, campioni italiani in pista nella categoria juniores e più volte azzurri, poi Jury Alvisi, Tricolore nella crono individuale nella stessa categoria nel 1955 e Alan Marangoni, due volte campione nazionale under 23 nell'inseguimento individuale in pista nel 2005 e a cronometro su strada l'anno successivo. Meritano una citazione anche Davide Bellettini, Manuel Belletti, Al­berto Tolomelli, Francesco Magni, Matteo Alvisi e i russi Sergei Koudentsov e Sergei Osipov, tutti più volte vittoriosi. Magni, Maragoni e Belletti sono arrivati al professionismo.

    La ciclistica di Ozzano Emilia cessò l'attività alla fine del 2005 per man­canza di fondi.

    Nella foto: la squadra dilettanti del Pedale Ozzanese Eternedile del 2002: Alvisi, Bellettini, Brunelli, Caneschi, Dosi, Gualandi, Metalli, Querzoli, Salimbeni, Spada, Tolomelli, Vitali e Osipov.

     

  • PEDALE PIASCISTICO BOLOGNESE - 1986

    Il Pedale Piascistico è nato il 19 novembre del 1986 ed è presieduto dall'avvocato Manlio D'Amico.

    Ma cosa significa Piascistico? Semplice: si riferisce a Piazza Carducci, dove questa ciclistica è sorta ed è il punto di ritrovo per gli intrepidi pe­dalatori presso la latteria della signora Edmea. Un gruppo che nel 2016 ha spento trenta candeline e che conta di spegnerne molte altre. Un team di amici, ai quali le impervie salite non hanno mai spaventato.
    Di monti ne hanno scalati tanti, con in prima fila lo Stelvio, il terribile Mortirolo, il Gavia, 1'Izoard, il Galibier, le Tre Cime di Lavaredo, l'Alpe d'Huez e così via. Insomma, gente con i polpacci buoni e che non intende fermarsi qui.

     

  • PIANORESE - 1958

    Correva l'anno 1958 quando l'indimenticato Athos Guidastri e alcuni suoi amici decisero di creare a Pianoro una società ciclistica che si dedicasse in modo particolare a lanciare le giovani leve: la Pianorese, appunto.

    Dal '58 ad oggi sono stati moltissimi i ragazzini che hanno indossato la maglia di questa società e alcuni di loro hanno fatto carriera, in special modo Luca Mazzanti che è arrivato al professionismo ottenendo ottimi risultati.
    Anche Massimiliano Morotti ha fatto bene, pur non arrivando nel ciclismo che conta. Questo ragazzo fra giovanissimi, esordienti e allievi, ha totalizzato oltre trenta successi, comportandosi eccellentemente anche nella categoria juniores con addosso la maglia del Pedale Ozzanese. L'attuale presidente della Pianorese è Carlo Belletti.

     

  • PIETRO IN CASALE - 1969

    Pietro in Casale

    Andammo a far visita a questo gruppo ciclistico nel 1971 e lo trovammo alloggiato in un vano assai disadorno in Piazza Calori, a San Pietro in Casale.

    Quella sede molto alla buona poteva indurre a pensare che si trattasse di una società di poco conto. Ma la realtà era ben diversa, i suoi dirigenti si davano un gran daffare, animati dal desiderio di mostrare che non erano gli ultimi arrivati.

    Dal colloquio che avemmo con loro emerse che il gruppo era nato nel 1969, che correva con gli allievi, gli esordienti e le leve giovanili (adesso si chiamano giovanissimi) e che alcuni risultati lusinghieri li avevano già otte­nuti, soprattutto con Mileno Rinaldi, il quale nel 1969 s'impose nella fase comunale e in quella provinciale dei Giochi della Gioventù, classificandosi poi al ventiduesimo posto nella finale nazionale di Roma dove in gara c'erano centinaia di concorrenti. Il presidente era Gianni Grandi, il vice pre­sidente Walter Fiorentini, il segretario Claudio Masotti, il cassiere Claudio Franceschelli e diesse Gianfranco Montanari e Federico Mandrioli.

    Oltre a Rinaldi, con quella maglia vinsero parecchio Tiziano Angelini (una decina di corse) e Mauro Fregna (una quindicina).

     

  • PLACCI di Bubano - 1922

    Placci300Le origini della Placci di Bubano (territorio imolese) risalgono al 1922, quando alcuni amici del luogo si riunirono intenzionati a creare una loro ciclistica.

    Il più insistente fu Nerio Gordini, spalleggiato da Brunori e Lan­zoni. Molti sono stati gli atleti che hanno indossato la sgargiante maglia rossa-bianco-blu facendola primeggiare quasi duecento volte. Sugli scudi

    Silvia Conti che negli anni ottanta conquistò il titolo italiano femminile della categoria esordienti. Eccellenti anche Boris Scudellaro e Mirko Testa, più volte vittoriosi negli anni novanta.

     

  • POLISPORTIVA MOLINELLA - 1926

    E' indubbiamente fra le società più longeve del Bolognese, visto che è sorta nel 1926 ed è ancora sulla scena alla veneranda età di novant'anni.

    Da quella data ad oggi di acqua ne è passata parecchia sotto i ponti di questa ciclistica e ovviamente sono stati tanti i giovani che si sono fatti valere, sia in tempi lontani sia in tempi recenti.
    In passato la Polisportiva Molinella ha partecipato anche alle impegnative gare dei dilettanti ottenendo risultati eccellenti con Cesare Natali, Giordano Landini (più di cento successi), Luigi Tosati, Gianni Manini, Marcello Braccioli, ma soprattutto con Marino Quacchio, campione italiano della velocità in pista nel 1965. E anche in campo giovanile sono stati parecchi i corridori che si sono messi in vista, limitiamoci a citarne alcuni: Chiara Cenacchi, Michele e Chiara Sangiorgi, Alex Verri, Valerio Spata, Nicolò Alessandri e Jessica Raimondi.
    Quanto alle vittorie complessive, la Polisportiva Molinella, oggi presie­duta da Giuseppe Verri, ha superato di gran lunga quota cinquecento.
    Da un po' di tempo corre solo con i giovanissimi e ad onor del vero va detto che ne ha lanciati alla ribalta parec­chi. L'ultima "covata" le sta dando grandi soddisfazioni sia coi maschietti che con le femminucce, segno dell'ottimo lavoro che i suoi dirigenti stanno facendo.

     

  • REDA DI FAENZA - 1981

    Sono stati due i bolognesi che hanno fatto parte della Reda di Faenza nata nel gennaio 1981 e presieduta ora da Daniele Tas­sinari.

    Due personaggi arcinoti, quali quel gran drago di diretto­re sportivo che risponde al nome di Pietro Arbizzani (ha prestato la sua preziosa opera anche alla Coop. Ceramica Imola, alla Ba­dini del Tongo di Sala Bolognese, al Velo Club Bologna e all'Italia Nuova di Borgo Panigale) e l'ex professionista Emanuele Negrini, un velocista con V maiuscola che di gare allo sprint ne ha vinte in abbondanza da allievo, da junior e da dilettante.
    La Reda aveva iniziato con i giovanissimi ma via via ha inserito nell'organico esordienti, allievi, juniores e dilettanti. Il team manager è l'arcinoto Roberto Drei.

     

  • SAN LAZZARO di Savena - 1969

    Nacque nel 1969 al Bar Mazzoli di via Carlo lussi a San Lazzaro di Savena, con l'allora recordman dell'ora Ole Ritter nelle vesti di padrino.

    Quindi, una veterana nel campo del ciclismo, capace di lanciare alla ribalta molti ragazzi che si sono fatti onore dopo aver abbondonato la società madre per altri lidi. Il rifermento è soprattutto ad Emanuele Negrini, giunto al professionismo, a Giovanni Grazia, Roberto Branchini, Maccanti, Straz­zari, Passerini, Fanti e David Colgan.L'ultimo prodotto della San Lazzaro è Lorenzo Fortunato, vincitore di oltre una cinquantina di corse.
    L'attuale presidente è Marco Fortunato (padre di Lorenzo) che tre anni fa ha sostituito Gian Battista Gnugnoli, in carica per oltre un ventennio. Il primo presidente era stato Renzo Sandoni e dopo di lui era arrivato Bruno VasselIi.

     

  • SANCARLESE

    Anche la Sancarlese di San Carlo di Ferrara qualcosa di bolognese l'ha nelle corde, visto che in passato ha avuto nelle sue fila parecchi atleti targati Bologna e ne ha an­che un paio in questo 2017, vale a dire Nicolò Marabini proveniente dalla San Lazzaro e Gabriele Petrel giunto dalla Calcara. Due ragazzini dei quali si dice un gran bene.

     

  • SANTERNO di Imola - 1995

    L'anno di nascita è il 1995 con Luca Martelli alla presidenza.

    Dunque, una società abbastanza giovane, ma non per questo poco in vista, dato che di risultati ne ha ottenuti parecchi fra giovanissimi, esordienti e allievi (oltre una sessantina), soprattutto con Fabrizio Amerighi, arrivato al professioni­smo. Molto bene anche Sukri Gatti, Filippo Bedeschi, il "figlio d'arte" Marco Fontanelli (il padre Fabiano è stato un buon professionista) e Matteo Man­tellini.

  • SERGIO DAL FIUME di Osteria Grande

    Sergio Dal Fiume

    Nacque alla fine del 1952 per onorare un campione di Castel San Pie­tro, Sergio Dalfiume, scomparso pochi mesi dopo aver vinto la prima edi­zione della Coppa Varignana con la maglia del Fesineo.

    La prima sede della Dalfiume era in una saletta di un'osteriola a Osteria Grande, sulla via Emilia, dove, fra l'altro, si mangiava ottimo castrato e si beveva un'eccellente barbera. In seguito la società prese dimora presso la locale bocciofila. Il primo presidente fu Mario Piana; dopo di lui vennero Loris Galletti, Gianni Dalbagno, Guglielmo Moruzzi e Luigi Roli, quest'ultimo in carica da una quarantina d'anni.

    Molti sono stati gli atleti di rango che hanno indossato la maglia blu-fucsia: in primo piano Roberto Conti, Roberto Pelliconi, Marco Vergnani, Davide Ricci Bitti, Roger Piana, Fabrizio Amerighi, Francesco Reda, Alberto Diolaiti, Mirko Boschi, Mirko Castelli e il ceco Jakub Novak.

    Nella foto la formazione del 2009

     

  • SIAPA GALLIERA - 1970

    Siapa Galliera

    Nacque nel 1970. Il presidente era Roberto Ridolfi e il segretario Giu­seppe Magli.

    Alla guida tecnica c'era Alfredo Cattabriga con Mario Marosi in qualità di direttore sportivo.

    La Siapa corse con squadre di dilettanti: in prima serie c'erano Liliano Bruni, Gia­como Violante e Vasco Gualandi e in terza serie Adriano Brandoli, Orio Mandrioli e Giovanni Vasselli.

    In tutto la Siapa Galliera vinse oltre una ven­tina di gare.

     

     

     

     

     

  • SILLARO CASTEL SAN PIETRO - 1967

    I primi vagiti li emise nel 1967, ma col nome di Bar Sport Lazzari, dato che fu proprio in quel locale che nacque: il nome Sillaro se lo diede l'anno successivo.

    Alla presidenza era Franco Martelli, il vice Ernesto Calzolari, mentre Mario Scheda ed Emilio Gullini erano rispettivamente segretario e direttore sportivo.

    Gli allievi Augusto Melchiorri, Antonio Bucci e Dario Golinelli furono i corridori che maggiormente si distinsero.

     

     

  • SOCIETA' CICLISTICA FAUSTO COPPI - 1952

    Visto che c'era la Gino Bartali, poteva non esserci una cicicistica inti­tolata a Fausto Coppi? Certamente no poiché in quell'epoca Bologna, come nel resto d'Italia, per quanto riguarda il tifo ciclistico era divisa in due.

    La Fausto Coppi nacque nel 1952, ma non durò molto. Ebbe corridori eccellenti, fra i quali Pietro Arbizzani che vinse tre gare.

    Anche questa ci­clistica era molto attiva nell'organizzazione delle corse e una delle più im­portanti fu quella del 1962, il Gran Premio Fausto Coppi, appunto, che venne vinto proprio da Pietro Arbizzani che in quell'anno indossava la ma­glia della Lastrense Gizac.

     

  • SOCIETA' CICLISTICA IMOLESE - 1921

    Le sue origini sono molto lontane (1921) e i fondatori furono Giovanni Sant'Andrea, Gino Tamburini e il Cavalier Ciotti.

    La sede, si trovava presso il Circolo Enal di Imola. Di corridori ne ebbe tanti e molte furono le vittorie che ottennero.

    Ci limitiamo a citarne due: Dante Rivola che divenne pro­fessionista: corse insieme a Gino Bartali, Ugo Koblet e Ferdy Kubler e Mario Monti