Nata nel 1923 e presieduta ora Sergio Luci, questa società ha avuto nei ranghi come dilettanti atleti di chiaro valore, fra i quali, Vito Ortelli, Luciano Succi, Glauco e Widmer Servadei, Umberto Drei, Leo Castellucci, Nino e Alberto Assirelli, Sante Lombardi, Mauro e Maurizio Ortali, ma soprattutto Arnaldo Pambianco (nato a Bertinoro il 16 agosto 1935), vincitore del Giro d'Italia del 1961.
Oltre ai dilettanti in passato la Forti Liberi ha avuto valenti allievi e juniores.

 

Anche la Sancarlese di San Carlo di Ferrara qualcosa di bolognese l'ha nelle corde, visto che in passato ha avuto nelle sue fila parecchi atleti targati Bologna e ne ha an­che un paio in questo 2017, vale a dire Nicolò Marabini proveniente dalla San Lazzaro e Gabriele Petrel giunto dalla Calcara. Due ragazzini dei quali si dice un gran bene.

 

Questa ciclistica non è di Bologna, ma di Renazzo di Ferrara, ma qual­cosa di bolognese nelle corde ce l'ha, dato che fra i suoi fondatori c'è stato un grande del ciclismo delle DueTorri, Rino Montanari, il quale per diverso tempo ha guidato in cor­sa dall'ammiraglia i giovani atleti renazzesi.

Rino Montanari era nato a San Pietro in Casale il 7 luglio del 1945 ed è deceduto il 3 febbraio del 2000. Una figura importante nel ciclismo che conta dato nel 1969 ha varcato la,linea del professionismo. Il meglio l'ha dato però fra i dilettanti (oltre settanta gare vinte), soprattutto con la maglia dell'Italia Nuova di Borgo Panigale sulle spalle.

 

La Centese è fra le società più at­tempate d'Italia e lo dimostrano inequivocabilmente le cento can­deline che ha spento nel 2011.

Ha sede a Cento di Ferrara, ma pos­siamo tranquillamente considerarla bolognese, primo, perché con i suoi giovanissimi gravita spesso in casa nostra nelle competizioni; secondo, perché Cento è confinante con l'ultimo paese bolognese da quella parte, Pieve di Cento.Tterzo, ma non per importanza, perché nella cittadina del Giiercino c'è il ve­lodromo Corrado Ardizzoni, struttura assegnata a Bologna per le gare provinciali in pista poiché non ne possiede una. C'era fino al 1996 (era sorto negli anni venti) ma è stato smantellato per far posto a un parco.

 

Sono stati due i bolognesi che hanno fatto parte della Reda di Faenza nata nel gennaio 1981 e presieduta ora da Daniele Tas­sinari.

Due personaggi arcinoti, quali quel gran drago di diretto­re sportivo che risponde al nome di Pietro Arbizzani (ha prestato la sua preziosa opera anche alla Coop. Ceramica Imola, alla Ba­dini del Tongo di Sala Bolognese, al Velo Club Bologna e all'Italia Nuova di Borgo Panigale) e l'ex professionista Emanuele Negrini, un velocista con V maiuscola che di gare allo sprint ne ha vinte in abbondanza da allievo, da junior e da dilettante.
La Reda aveva iniziato con i giovanissimi ma via via ha inserito nell'organico esordienti, allievi, juniores e dilettanti. Il team manager è l'arcinoto Roberto Drei.

 

Questa ciclistica, nata ufficialmente il 2 dicembre 1954, di corridori di spessore ne ha avuti parecchi, ma è indubbio che il bolognese Adler Capelli occupi un posto di grande rilevanza.

Vittorioso innumerevoli volte su strada e su pista (i Tricolori non si contano), quest'atleta ha nel palmares due titoli mondiali nell'inseguimento a squadre sui tondini conquistati a Manchester nel 1996 (correva con Cristiano Citton, An­drea Collinelli e Mauro Trentin) e a Perth (Australia) l'anno dopo assieme a Colli­nelli, Citton e Mario Benetton.
Attaccata la bici al chiodo (si fa per dire poiché ci sale ancora, ma per puro divertimento), Adler ha aperto un ristorante-pizzeria nella sua Galliera, locale che è sempre pieno di gente. Tornando alla Faentina, che da qualche anno ha solo i giovanissimi, va detto che uno dei fondatori è il grande Vito Ortelli (ha vinto tre Tricolori, uno su strada e due in pista) e che alla presidenza c'è Annalisa Cavassi.

 

E' nato nel 2015, conta oltre cento tesserati ed è presiedu­to Nicola Treggia.

Un gruppo che pratica la mountain—bike e la strada a livello amatoriale, ma nel 2017 si affilierà anche alla federazione ciclistica. Fra i suoi atleti più in vista, l'un­der 23 Peter Menghetti e gli juniores Nicholas Castaldini e Simone Incerti, ai quali si è aggiunta la ligure Maria Cristina Nisi, più volte vittoriosa.
Il tecnico è Matteo Bal­dassarri che può contare sulla ventennale esperienza di Gianluca Salieri, titolare del negozio Bike Innovation Shop.

 

Questo gruppo è nato nel 1995 ed è composto esclusivamente da avvocati, notai e magistrati innamorati dello sport delle due ruote a pedale e conta una quaranti­na d'iscritti fra i quali diverse rappresentanti del gentil sesso con in testa Miriam Zanoli, quattro volte Tricolore forense dell'Aimanc, società formata appunto da avvocati, magistrati e notai.

Il presidente è l'avvocato Manlio D'Amico che si divide così fra il Pedale Piasci­stico e lo Ius è campione italiano forense a squadre.
L'ultra settantenne avvocato Ulisse Melega è il presidente onorario, sempre pronto a scattare in testa a tutti, soprat­tutto nelle "spianurate" di oltre cento chilometri.
Si tratta di un gruppo molto affiatato che pedala per il gusto di farlo nel se­gno della più profonda amicizia. L'o­biettivo che i suoi iscritti si propongono è: faticare faticare faticare, ma sempre col sorriso sulle labbra.

 

Il Pedale Piascistico è nato il 19 novembre del 1986 ed è presieduto dall'avvocato Manlio D'Amico.

Ma cosa significa Piascistico? Semplice: si riferisce a Piazza Carducci, dove questa ciclistica è sorta ed è il punto di ritrovo per gli intrepidi pe­dalatori presso la latteria della signora Edmea. Un gruppo che nel 2016 ha spento trenta candeline e che conta di spegnerne molte altre. Un team di amici, ai quali le impervie salite non hanno mai spaventato.
Di monti ne hanno scalati tanti, con in prima fila lo Stelvio, il terribile Mortirolo, il Gavia, 1'Izoard, il Galibier, le Tre Cime di Lavaredo, l'Alpe d'Huez e così via. Insomma, gente con i polpacci buoni e che non intende fermarsi qui.

 

Nacque nel 1968 praticamente in parrocchia, poiché è stato l'allora cappellano don Antonio Monti che nella sacrestia della chiesa di Decima radunò un gruppo di appassionati di ciclismo desiderosi di avere nel paese una loro società ciclistica.

Fra i fondatori, oltre al parroco, furono Giovanni Bonzagni, Nazzaro Bongiovanni e i fratelli Manzi. Alla presidenza andò Ermes Catozzi, con Rolando Morisi nel ruolo di vice e con Armando Forni in qualità di direttore sportivo. Bruno Baratti era il direttore tecnico.
Sono stati diversi gli atleti che hanno ottenuto risultati considerevoli in questa società, soprattutto Moreno Capponcelli, tre volte Tricolore in pista: velocità e open nel 1981 e keirin tre anni dopo (professionista dal 1980 al 1985).
Ma anche Alfonso Baratti e Franco Morisi hanno scritto belle pagine ottenendo rispettivamente una quindicina e una de­cina di successi. L'attuale presidente è Guerrino Scagliarini, in carica da oltre una decina d'anni.

 

L'anno di nascita ufficiale è il 1945, ma l'inizio vero e proprio ha origini ben più lontane, dato che si parla del 1910 per merito di Luigi Belletti che fu il primo atleta vincente in maglia verdeblù.

In seguito, dopo il 1918, ar­rivarono Aleardo Legnani e Dinamo Ferri ai quali seguirono, sempre nel pe­riodo anteguerra, Primo Raimondi, Luigi Raimondi, Augusto e Giuseppe Pedrini, Amilcare Dal Rio, Giuseppe Ghelli, Aldo Marchesini, Dante Raimondi, Luciano Zocca, Umberto Ghidorzi, Arnaldo Garagnani, Amleto Balberini, i fratelli !merlo e Idro Cervellati e Ettore Capelli.
Il primo presidente fu Renato Mingarelli
Quanto alla storia, il corridore che merita una citazione è Raffaele Bon­zagni, campione italiano allievi in pista nel 1985 nell'inseguimento a squa­dre. Da dilettante corse nella Badini Del Tongo di Sala Bolognese ottenendo eccellenti risultati. Ma da menzionare ce ne sarebbero molti altri.
Una cosa importante: la Calcara non ha mai voluto sponsor, ha sempre te­nuto la maglia pulita da scritte pubblicitarie.

L'anno di nascita è il 1969 col nome di Calderara Tartari e i principali fondatori sono stati Filippo Capretti, Giorgio Tamburini, Luciano Gabriel li, Enzo e Romano Antoni, Erio e Romano Nicoli, Pietro Roda, Rino Baratta e Roberto Ballanti che ne assunse la presidenza.

Questa società vanta una storia di primo piano (più di mille vittorie), soprattutto nella categoria juniores. Gli artefici principali sono stati Davide Gallerani, che nel 1985 vinse il campionato mondiale a cronometro a squa­dre; Angelo Ciccone, vice campione del mondo in pista nell'inseguimento a squadre nel 1988; Massimo Ferraretto, che ha ottenuto la medaglia di bronzo nel Mondiale, sempre a squadre, nel 1994 e la maglia tricolore della stessa specialità l'anno prima.
E a proposito di titoli italiani, non vanno di­menticati Paolo Capponcelli (l'ha conquistato nel 2000 nel quartetto) e il terzetto formato da Marco Pettazzoni, Davide Gallerani e Fabio Gardosi: i tre si sono aggiudicati la la maglia tricolore nel 1983 nella crono-squadre su strada. L'attuale presidente è Dimer Rinaldi, in carica da oltre vent'anni.
Su questa società vale la pena spendere due parole in più, dato che da un po' di tempo a questa parte ha notevolmente ridotto gli organici. Dal 1970, ha gareggiato per diversi anni con molto successo, con gli juniores, gli allievi, gli esordienti e i giovanissimi, ma via via ha ridotto molto il suo raggio d'azione, tanto che nel 2016 ha schierato soltanto i giovanissimi. Un vero peccato che abbia ridotto cosi drastica­mente l'organico. Auguriamoci che ritorni presto alla vecchia maniera.

 

E' nata nel 1973 e si è sempre dedicata a far crescere le giovani leve, vale a dire i giovanissimi, gli esordienti e gli allievi.

All'inizio svolgeva soltanto attività cicloturistica, fu solamente nel 1980 che iniziò a praticare l'agonismo, sotto la presidenza di Cesare Mannori, sostituito poi da Francesco De Caria.
Fare ciclismo sull'Appennino non è semplice e il motivo lo si intuisce benissimo (saliscendi, dirupi, strade strette e così via), ma nonostante ciò, questa società non ha mai passato la mano, è andata avanti imperterrita, partecipando coi propri ragazzini alle gare in tutto il Bolognese incurante del considerevole chilometraggio costretta a "sciropparsi" per gli sposta­menti. Purtroppo, però, quando è stata lei nel passato ad organizzare le corse sull'Appennino, qualche consorella non si è presentata e questo ha creato un notevole dispiacere agli organizzatori.
Quanto ai piccoli pedalatori, sono stati parecchi a farsi onore, soprat­tutto Andrea Mazzetti, Luca Bartolomei, Daniele Bardazzi, Andrea Teglia, Emiliano Alessandrini, Marco Mannori, Cecilia Bartolomei e Matteo Mattarozzi.

 

Infatti, è stato proprio nel 1969 che la Ceretolese è nata per volontà di alcun appassionati di Ceretolo che si sono riu­niti presso il Bar Augustus.

Quei volon­terosi erano Bruno Cevenini, Aldo Sarti, Martino Corsetti e Vincenzo Stanzani, il quale ne assunse la presidenza.
Molti sono stati gli atleti che hanno tenuto alti i colori societari, in primis Moreno Capponcelli, due volte Trico­lore nella velocità in pista, Bruno Lolli, Michele Dardi, Renzo Sarti (Tricolore nel tandem), Christian Marzoli (cam­pione italiano su strada nella categoria esordienti secondo anno nel 2006), Marco Piazzi, Matteo Verasani, Marco Lenzi, ma anche altri.
Una Ceretolese che vanta un palmarès non indifferente, visto che fra strada e pista non è molto lontana dalle trecento vittorie. L'attuale presidente è il dinamico Franco Chini.

 

Anno di nascita il 1986, ma soltanto per l'attività amatoriale.

Infatti que­sta società soltanto otto anni dopo ha iniziato a far gareggiare una squadra di ragazzi sotto l'egida federale per merito di alcuni dirigenti che si stacca­rono dalla Polisportiva Molinella per unirsi al gruppo fondato dall'indimen­ticato Carlo Maccagnani. Tre anni dopo il nome venne cambiato in Tonino Lamborghini e Marco Mazzoni sostituì alla presidenza Maria Cristina Mon­tanari.
In un ventennio di attività molti sono stati i corridori vincenti in questo team e in prima fila troviamo Natasha Grillo, Marco Petitto, Nicolò Gozzi, Hamza Dall'Agi e Claudio Keci, tanto per citarne alcuni.